“La vita è breve. Concediti un’avventura”. Questo era lo slogan di Ashley Madison
Il sito per persone sposate diventato celebre anche per i più fedeli dei coniugi, dopo l’azione di hackeraggio resa nota in tv che ha compromesso la vita di milioni di persone. L’attacco informatico, rivendicato da un gruppo che si fa chiamare Impact team, avrebbe colpito Ashley Madison perché tacciato di ingannare i suoi 37 milioni di utenti: sul sito ci sarebbero molti profili falsi di donne, creati per adescare uomini con messaggi ad hoc che partivano in automatico. La possibilità di cancellare il proprio profilo dal sito (con l’esborso di 19 dollari), inoltre, non sarebbe stata reale. Lo scorso 19 agosto, Impact Team ha pubblicato online nomi, indirizzi, email, carte di credito e preferenze sessuali, annunciando che oltre il 90% dei profili sul sito appartengono ad utenti maschi, mentre molti di utenza femminile risultano fasulli.
Questa notizia induce a molteplici riflessioni. Innanzitutto: per punire il sito di incontri, era necessario esporre al pubblico ludibrio così tante persone, con famiglie annesse e storie private alle spalle?
L’ipocrisia della morale pubblica agevola coloro che sono soliti mettere alla gogna chi viene scoperto in condotte che non aderiscono con i principi condivisi – spesso in modo ipocrita – dalla società. Ma chi può conoscere davvero la vita di ognuno? Chi può giudicare un fatto senza sapere cosa c’è dietro? Chi considera le storie personali di ciascuno o le ragioni di chi invece è finito suo malgrado negli elenchi a causa di un furto di email? Chi preserverà questi malcapitati iscritti da un attacco di phishing di truffatori? E chi gli iscritti dell’Arabia Saudita dove l’adulterio e l’omosessualità sono puniti con la pena di morte?
Impact Team voleva punire “la miseria morale” di Ashley Madison, ma chi ha peccato di più? Chi ha fatto più male? Avrà pure ottenuto la chiusura del sito incriminato, ma a quale prezzo? Suicidi, carriere rovinate, famiglie sfasciate…Per cosa? Per la morale?
E che cosa è la morale? La morale consiste nel non fare del male a nessuno e quando il male è inevitabile, come sosteneva il filosofo Kant, bisogna scegliere di perpetrarlo al minore numero di persone possibile.
D’altro canto noi siamo, purtroppo, ancora vittime di una morale pubblica palesemente ipocrita che ci giudica impietosamente, capace di ucciderci anche se non abbiamo ucciso nessuno.
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